sabato 8 marzo 2008

Maurizio Di Biagio. Il cittadino. 2005

Carina, la poesia.

In Carina Spurio anche l'amor - "che move il sole e le altre stelle" - Fa rima con cuor. Garcia Lorca nella mente e nell'anima, e umori, e braccia, e colli sfiorati, per mondi sensibili e dannatamente terrestri, viscerali. In poche parole "Syn e aisthànestai", per la poetessa "insieme e percepire", associazioni vaganti all'interno di un'unica immagine, completa di sostantivi e aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno origine a un'immagine vividamente inedita. In Carina Spurio l'amore è di quelli vissuti in un auto, in un crocicchio, in una strada, rubando sensazioni di completezza forse ad un Gran Sasso, oppure a quella benedetta luna di zinco che appare qua e là nelle sue poesie...rapide e fluide come un corso di un ruscello nel boschetto di felci. Ne "Il sapore dell'estasi", una raccolta di 35 liriche composte da "versi istintivi", regna sovrana , come sostiene Carina Spurio, appunto "la sinestesia"....l'intento era quello di descrivere emozioni, attimi di vita, colori, sapori, mentre perdevo la mia naturale dimensione e vedevo non più solo con la mente ma anche con il cuore". Cuor ed amore. La storia iniziò con gli appunti di gioventù e del recente passato stesi ovunque lei posasse i suoi occhi grandi e dolcemente inquisitori: "La penna non ricordo giorno in cui non l'ho avuta tra le dita tra fogli sparsi dappertutto, e mentre lasciavo appunti di attimi" conferma Carina. Istantanee di cuor e amore. Ancora. Di " mano, capelli,nuca, piacere ed impulso, come nella lirica "E Se": "Dove il piacere si fa più intenso/l'impulso/origine del mondo/avrebbe un senso"...dopo un percorso sconosciuto di mani. Oppure nella mistica ed irrazionale "Doctor", in cui la Spurio, indica a suo modo, la strada da percorrere: "Il corpo non è senz'anima/se non lo ascolti/ resta il silenzio". Alla faccia di Voltaire e del secolo dei lumi. L'"Urlo nero della madre" di Quasimodo, in uno stilema tipico dell'area ermetica della poesia italiana del Novecento, fa pendant coi versi della poetessa teramana, versi anche un pò dal vago sapore simbolista. Si sovrappongono quasi. Poi ancora lacrime, palmi di mano, erotismo, fusioni, respiri, battiti, piacere, calore, e "bacio avido" dappertutto per "cuor e amor" perfetto, raggiungibile, a portata di mano, nonostante al continua corsa di Spurio alla ricerca del perfettibile. La "Madeline" dell'artista è inzuppata di ricordi vicini e lontani, frammisti ma sempre ordinati nella concezione spazio-temporale delle cose. Il suo onirismo appare dannatamente minimalista, in un realismo che però non trascende dal meccanicismo dei gesti rituali dell'amore, delle carezze, dei baci languidi, e quindi dalla grandezza.......dell'amore. "Gli uomini e le donne cambiano, in atteggiamenti e schemi, ma i meccanismi dell'attrazione e del coinvolgimento erotico restano immutati" così respira il suo amore...e cuor. "Natura, cosmo, passione, gelosia, abbandono, egoismo, avidità(ancora, accanto all'impulsiva descrizione dei sentimenti che appartengono al vivere e a quel pugno di minuti che ci hanno fatto amare, sognare, allontanare, lasciare l'amore. Questo un pò "Il sapore dell'estasi" il suo pamphlet di liriche, di 51 pagine, edito Kimerik Edizioni, e la costellazione della Lyra per la copertina, per una reale sognatrice di tutti i giorni che ha il coraggio ancora oggi di cantare l'immortale "cuor e amor" senza mai divenire scontata.

Nessun commento: