lunedì 7 dicembre 2009

Teramo. Daniela Bruni Curzi

Daniela Bruni Curzi
Respiri Sospiri ed altre abrasioni
Edit Santoro, 2009

di Carina Spurio

Daniela Bruni Curzi ci presenta “Respiri Sospiri ed altre abrasioni”, una silloge poetica densa di multiple escoriazioni, di chiaroscuri viziosi, di sommesse turbolenze e di suture indurite. Lo fa con intensità e trasporto e con la voglia di far sentire il suo canto poetico nell’arduo universo dei versi. L’autrice in alcuni suoi componimenti poetici, si volge a guardare indietro nel tempo e con composta nostalgia, lo ricorda compiere i suoi riti nella lirica “Radici Sommerse” perché egli: “non sa arretrare, né levigare l’aguzzo incontrato lungo i percorsi.” Quel tempo trapassato da un verso sapientemente costruito che attimo dopo attimo, rielabora lo spazio esposto ai mutamenti a cui la vita stessa ci predispone tra sogni accarezzati e sofferti e la materia che cambia. Il viaggio all’interno della silloge poetica di Daniela Bruni Curzi inizia tra gli spazi dell’anima e le catene della memoria e si conclude nell’infinito vuoto del presente sempre provvisorio, in cui l’essere si perde sfiorando speranze e paure. Daniela insegue quel tempo fino in fondo e lo vede: “ […] ancora letto di fiume prosciugato: miserabile oppure vano; trivio di strade sconnesse da riattraversare.” da “Rifrazioni”, sebbene la vita sia un soffio che fugge sotto nuvole macchiate e la sete della stessa non cancella l’ombra di ciò che dovrà essere (Fato) né l’oppressione del trapasso (Morte). ll realismo puro racchiuso in ogni sua parola, ridisegna la vita toccando il battito della sofferenza, per risalire purificato verso l’armonia e stabilire una relazione essenziale con il mondo. Senza enfasi e con grande incisività di segno, Daniela Bruni Curzi, chiude il suono della vita nelle sue liriche, sfida la razionalità del logos e permette alla poesia di arrivare sulla terra. Tutti sappiamo che la terra non è un incanto ma una scura zolla in cui innumerevoli volti abbassano lo sguardo e altrettante suole di scarpe, calpestano marciapiedi, ignare. Più in alto, oltre le caviglie, vicino al costato, una fitta ci spinge a sacrificare noi stessi, senza saldi o compromessi, per arrivare esanimi all’alba, trasparenti come l’acqua, vinti dalla morte, incapaci, eppure ancora capaci di mendicare nei sentieri dell’anima un’ultima sillaba tronca, conficcata tra il pollice e l’indice, appoggiata su una riga della fronte. Resistere o non resistere, sapere o non sapere? Tra lo stress e la vita i fotogrammi si susseguono nella mente, cambiano le memorie; sebbene una freccia del fato non obbliga a deviazioni, per fortuna. Poesia arriva da necessità, dall’altro luogo di noi, apre e chiude gli occhi di gatto mentre continua da secoli ad andare a capo; il tempo necessario per cantare una canzone e tirare a campare, ancora per un po’. L’alba la lascia incollata sui fogli nelle mani del caso per comunicare a tutti l’infinito in un istante. Perché migreremo, scrive Daniela e “guarderemo indietro dalle sommità raggiunte, ben più in alto delle rotte finite e dello sgomento che atterrisce.” Poiché siamo donne e non sarà mai poco tremore quel che nel ventre rimarrà.”

Teramo centro- LUNEDI 7 dicembre - ore 17

PRESSO ASSOCIAZIONE AUSER
Via Paladini 7/ a ( nei pressi del Duomo - piazza Garibaldi)

"INCONTRO CON L'AUTORE"

Presentazione del libro
Respiri Sospiri e altre abrasioni
di Daniela Bruni Curzi

Intervento introduttivo LUCIA MARCONE