giovedì 8 novembre 2007

Carina Spurio

Hanno detto di lei:
In Carina Spurio anche l'amor - "che move il sole e le altre stelle" - Fa rima con cuor. Garcia Lorca nella mente e nell'anima, e umori, e braccia, e colli sfiorati, per mondi sensibili e dannatamente terrestri, viscerali. In poche parole "Syn e aisthànestai", per la poetessa "insieme e percepire", associazioni vaganti all'interno di un'unica immagine, completa di sostantivi e aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno origine a un'immagine vividamente inedita.
Maurizio Di Biagio (Giornalista), 2005.


“Il grande regista svedese Ingmar Bergman, in riferimento ad un suo noto film, scrisse di rappresentarsi l’anima di una donna ornata di rosso. Così, fatalmente: un occhieggiare sanguigno come la lava, come un dolore, una essenza di erotismo furioso e debordante. E dolore.”
“Queste liriche di Carina divengono espressione d’orgoglio e di paura, tempo di affrancamento e di polemica: è il libro di una donna che è donna anche quando tace, quando si raffrena all’impulso del corpo o si libra all’agonia di una sembianza primitiva che ambisce la donna come madre piuttosto che amante: e qui si spoglia la nevrosi del testo, la violenza feroce che è di ogni poesia. Si alternano candore e nichilismo, mestizia e fanciullezza…...”
Beniamino Biondi.(Critico Letterario) 2005.



“Come il tempo usa la terra per fare i suoi esperimenti, così Carina ci regala un affresco della propria natura, abbracciando il suo Essere contingente, la sua finitudine, per andare alla ricerca di se stessa, tuffandosi nel proprio Io, scavando fino alle radici più profonde dei propri desideri, delle proprie paure.Così il suo immaginario viene plasmato nello e dallo spazio creativo, per fluire nello spazio creato, fondendosi con un profondo senso di spiritualità saldamente nascosto dietro ogni lirica. “
Silvia Mazzetta. ( Dott. Scienze della Comunicazione) 2006.


“Il riscontro è clamoroso. La raccolta, presentata al cospetto del Sindaco di Teramo Gianni Chiodi e dell’Assessore alla Cultura, Mauro Di Dalmazio, in occasione della fortunata 1a edizione de La Villa Suite, ottiene un notevole successo in termini di copie vendute. Il bocciolo si è dunque dischiuso. Carina Spurio comprende che è giunto il tempo di mutare il timido sussurro in una consapevole voce declamante. Con la solita modestia che la contraddistingue nella vita comune, inizia a lavorare al progetto che segnerà una svolta nel suo cammino, fino a farle prendere coscienza che la scrittura, o meglio la trascrizione organizzata dei sensi, può assurgere al rango di missione esistenziale.” Marco De Federicis (Giornalista)2006.


“Quello che io riconosco all’autrice è il coraggio.
Il coraggio di essere diretta, il coraggio di scrivere, di parlare di quello con cui tutti noi ogni giorno ci confrontiamo, il coraggio di non imbellettare una realtà che troppo spesso avrebbe veramente bisogno di essere imbellettata. Trovo in Carina la capacità di sopportare il peso della sincerità, la capacità di sfuggire una rassicurante ipocrisia, il piacere di chiamare le cose con il proprio nome.”
Erika Marcelli 2006.



“Grazie per avere scelto di partecipare al Secondo Premio-Concorso Nazionale Dante Alighieri di poesia classica italiana e ancora grazie per avermi donato la gioia di leggere delle belle composizioni, che meritano di essere conosciute, divulgate e pubblicate.” Vincenzo Grasso Editore, Padova (2007).


“Lacca di garanza è un viaggio nel colore, nella pittura, nell'arte come sentire comune. L'autrice, Carina Spurio, di fronte alle immagini che hanno generato questi versi (dalle note che accompagnano la pubblicazione si evince, difatti, che vari componimenti della silloge nascono in relazione a opere pittoriche), vive una sorta di catarsi poetica, un'immedesimazione talmente forte da indurla a dar vita a nuove immagini, nuove proiezioni capaci di restituire al lettore vigore, l'emozione del suo coinvolgimento che va ben oltre la vista, perchè investe tutti i sensi.”
Marina Paola Sambusseti Il Filo s.r.l. Roma,2007


“Questa nuova plaquette di Carina Spurio, per la quale mi onoro di scrivere alcune sensazioni, ribadisce la sua natura femminile e bizzarra che ci attrae anche nei versi più incisivi della raccolta, in cui, la vena erotica non si disgiunge mai da un sentimento di fanciullesca e quasi puerile levità, un biancore assoluto che colma la psiche mesciuta e confusa con gli incentivi pulsionali che governano il corpo. In tal senso Eros include e trattiene un rapporto con il trascendente come occasione di rifugio emotivo e di sublimazione mistica di quell’esistenza umana che è sempre come lacrime e sangue.”
Beniamino Biondi (Critico Letterario)2007



“Eccola, di nuovo, la poesia.
È quel parlare all'altro, e non importa se ci sia risposta. Basta sentire il fiato caldo scorrere tra denti e lingua, e inondare l'universo, che non sa.
La poesia di Carina è una carezza al mondo, uno stupore che chiede spiegazioni, un attendere risposte e una certezza che non arriveranno mai.
Mi piace, quel candore di bambina che si affaccia su un mondo che non ha la consapevolezza del canto. Si canta, come fa Carina, per la gioia di sentire sciogliere le parole tra palato e gola, e non per ammaliare l'altro. Quando si è poeti, ci si ammalia da soli, con dolore e ogni volta rinnovata gioia.”
Monica Maggi. (Giornalista per IL MESSAGGERO, L'ESPRESSO, GRAZIA e per altre riviste nazionali. La scrittrice è anche docente universitaria alla Facoltà di Scienze Politiche, Roma Tre.) 2007



“Il sogno di Carina Spurio si è realizzato. A Nerito di Crognaleto, sabato 7 luglio 2007, nel cuore del Parco del Gran Sasso, si è svolta la prima edizione del premio di poesia “ diVerso in Verso ”, organizzato dalla poetessa teramana .Sì, perché questo evento, Carina Spurio lo ha sognato davvero! Lo ha sognato sotto le spoglie di un lupo bianco e docile che camminava sulla neve, circondato da farfalle. Il sogno si è trasformato così in un premio di poesie nel luogo di origine della poetessa: la montagna di Nerito. “
Tania Bonnici Castelli 2007
(Giornalista)


“Esili, delicate e ricche, le poesie di Carina Spurio scorrono in tocchi preziosi di immagini d’amore, di riflessioni tenui ambientate in un paesaggio rarefatto e sognante, dove il lirismo è il fine ultimo della contemplazione di un assoluto personale, spogliato di qualsiasi derivazione che possa risultare fuorviante. Il canto poetico infatti qui astrae da ogni cosa e si concentra unicamente sul punto di osservazione privilegiato delle proprie emozioni, così intime e così concrete, fissandole in spunti e scelte lessicali di grande e misurata armonia, di suggestione immediata.”
da Poeti e Novellieri contemporanei, 2007 Golden Press (Alessandro Mancuso)



“Carina Spurio, poetessa teramana che ha dato alla stampa Lacca di garanza, una bella raccolta di 48 poesie, ha cercato di preparare i suoi potenziali lettori, coinvolgendoli non solo in quella che è l'arte classica per antonomasia, la versificazione appunto, ma creando i presupposti per poterli condurre nella contaminazione artistica. Il dolce fruscio del pennello o lo scalpellare dell'attrezzo sul marmo, o ancora il lieto volteggiare di ballerina o delle note sul pentagramma, sono richiami che spesso le poesie non solo alludono, ma fanno sentire attraverso le porte dell'arte che sono continuamente aperte. Nei versi della poesia "Scultura" c'è tutto questo e se l'innalzamento dell'anima avviene attraverso la creazione plastica del manufatto che prende forma, le parole accarezzano il percorso. La scultura in pietra è "testimone dell'arte" e la poetessa dice: "cerco parole, che trasmettano la tua immagine al ricordo futuro". Diversi i passaggi interessanti di questa sìlloge, tutti che denotano la sensibilità dell'autrice.”
William Di Marco(giornalista) Eidos “DiarioRosetano” 2007


La prima impressione, infatti, che si ha delle poesie dell'autrice è che siano delle vere e proprie tele: infatti, leggendo la prefazione al libro, si scopre che esse sono quasi tutte nate in relazione a opere pittoriche di cui l’autrice ha preso visione. Molto spesso si incontrano nella lettura immagini e colori che si sfaldano in suono e vibrazione primigenia e così capita anche con la musicalità del verso che con la sua forza dipinge immagini delineate e bellissime. Il colore è spessissimo trattato puro, liquido, crudo, prima luce e prima onda: puro senso.
Federica Sgnaolin -
f.sgnaolin@ghigliottina.it 2007

domenica 14 ottobre 2007

IX Edizione Premio Nazionale Beato Errico

Sabato 13 ottobre 2007 h:16:30
I Missionari dei Sacri Cuori di Secondigliano hanno festeggiato la IX Edizione del Premio Nazionale di Poesia dedicato al Beato Gaetano Errico, organizzato dall’Associazione Padre Gaetano Errico o.n.l.u.s.
L’incontro con la poesia continua da nove anni e l’interesse nel cesellare nello spazio di una strofa pensieri ed emozioni non è disgiunto dall’arte.
“Liberi. Oltre i processi temporali e i fenomeni storici, un atto di volontà puramente interiore, sterile di risultati visibili, difficile da comprovare e da riconoscere.”
E’ stato questo il tema del IX Premio Nazionale di Poesia dedicato al Beato Errico a cui hanno partecipato l’Onorevole Francesco Rutelli, Ministro per i beni e le attività culturali e Vicepresidente del consiglio, l’Onorevole Rosa Russo Iervolino, Sindaco di Napoli, p. Salvatore Izzo Generale dei Missionari dei Sacri Cuori, Giuseppe Esposito, Presidente Della VII Municipalità, il Dott. Gennaro Ferrara, Rettore dell’Università degli studi di Napoli Partenope, Salvatore Testa, il Dott. Vincenzo D’Onofrio e Antonio Pugliese, Vice Presidente della Provincia di Napoli.
Hanno presentato l’evento la Dott. ssa Rosita Longobardi e il Rettore della casa madre p. Vincenzo D’ Antico.
Il pubblico numeroso ed attento ha applaudito l’arrivo dell’Onorevole Francesco Rutelli seguito dopo pochi minuti dall’Onorevole Rosa Russo Iervolino.
Francesco Rutelli ha ringraziato i Missionari dei Sacri Cuori per avergli concesso l’opportunità di conoscere meglio Secondigliano e racconta ai presenti in sala che dopo aver ricevuto l’invito ha deciso di partecipare in segno di amicizia, stima e gratitudine e così ha concluso il suo intervento pubblico:
“Voglio dirvi che questa breve visita, non rimarrà un appuntamento isolato, perché, noi, le belle contrade italiane le vogliamo far rinascere e vi prego, di considerare la mia presenza qui, come amicizia e confido, in futuro, che ci si possa prendere per mano e andare avanti con amicizia.”
Altrettanto calorose sono state le parole dell’Onorevole Rosa Russo Iervolino che così ha esordito: “ Sono sei anni che partecipo a questo premio e Francesco (rivolta all’Onorevole Rutelli) lo abbiamo visto crescere. Il cammino di crescita del premio ha coinciso con il processo di beatificazione del Beato Gaetano Errico, del quale, non pensavo così presto, si fosse raggiunta la canonizzazione. Francesco, vedrai che ti regaleranno il libro del Beato!
Mi meraviglio di come un invito alla composizione poetica, in un luogo poco famoso e senza tanti mezzi, possa avere ormai questa dimensione nazionale. Come c’è un contagio del male, c’è anche un contagio del bene in questo caso la cultura.”
Alla conclusione dell’intervento del Sindaco di Napoli, p. Salvatore Izzo ha consegnato personalmente le targhe in ricordo del premio di poesia agli onorevoli.
Intense le parole di p. Salvatore Izzo il quale così si è espresso rivolgendosi agli onorevoli ed alle autorità presenti oltre che al pubblico presente in sala:
“La vostra presenza è segno di sensibilità e disponibilità. Ci onora e ci incoraggia ad un maggiore impegno, per quanto ci compete, nel processo di promozione e liberazione dell’uomo da ogni forma di schiavitù, tema proposto nella edizione del premio di poesia di quest’anno.” Poi, rivolto al Ministro Rutelli: “Questa per Lei è la prima visita al nostro quartiere di Secondigliano. Un quartiere le cui problematiche sono ben note e sulle quali le luci della ribalta televisiva spesso si sono accese. Ma, mi creda Sig. Ministro, la maggioranza del popolo di Secondigliano è gente buona, di sani principi e soprattutto, ha una grande voglia di uscire da questa stagione di emergenza per ritornare ad essere un quartiere abitato da gente laboriosa e capace di immaginare e costruire una realtà segnata da sicurezza, progresso e vivibilità.”
Tra un intervento e l’ altro il suono delle parole delle poesie vincenti si sono inseguite tra commoventi metafore e sinestesie, nella voce recitante di Mariagrazia D’Amore. Il canto di ogni verso, ha lasciato intatti i sogni, cullati nelle dinamiche di un tema tanto inconsueto quanto profondo.
I vincitori della IX Edizione del Premio di Poesia Beato Gaetano Errico: per la sezione lingua, il primo classificato è stato Giuseppe Bagno con la poesia “Il muro”, seconda classificata, Assunta Caruso con la poesia “Libero incanto”, terza classificata, Chiara Pollo con la poesia “Voglia di libertà”. Si sono classificati nelle menzioni speciali della giuria; Irene Memoli con la poesia “Libertà”, Mariateresa Di Mauro con la poesia “Grido” e Fabrizio Antilici con la poesia “Il canto del mendicante”.
Per la sezione vernacolo napoletano: Vincenzo Russo con la poesia “ A libertà”, Raffaella Scale “ ‘O curaggio ‘e cagnà” a Adriana Fiore “Vulà senza ‘e scelle”. Le menzioni speciali sono state assegnate ad Antonio Basile “ ‘A libertà” e Gerardo Altobelli “Libertà”.
270 i partecipanti al premio. Le liriche sono state raccolte nell’antologia poetica dal titolo “Liberi” la cui immagine di copertina celebra l’opera di un artista napoletano Adriano Torri (1925-2007).
L’opera, dal titolo “Figura con palloncino” è del 1997, esprime artisticamente il tema di questa edizione del concorso nella volontà dell’uomo che prostrato e provato dalla vita non perde la voglia di giocare.
L’intrattenimento musicale è stato del gruppo “ E sona mò trio”.

I poeti partecipanti hanno confermato quanto al poesia sia scambio, interazione, accoglienza e l’incontro annuale un perpetuo movimento che si arricchisce sempre più di nuove presenze e di nuove voci, arrivate a Secondigliano come portate da una brezza autunnale su una spiaggia mediterranea che hanno restituito vita alla poesia.
Carina Spurio

venerdì 12 ottobre 2007

Carina Spurio Autobiografia

La poesia di una donna.

"Oltre il recinto, fragole mature, oltre il recinto, potrei arrampicarmi, se ci provassi, lo so, le bacche sono deliziose!."
Quasi tutto il genere umano sa, quanto desiderio scatenano i frutti proibiti, anche solo l’immagine di fragole rosse oltre il recinto, descritte dalla Dickinson. Come Eva nel Paradiso, la Dickinson, cede e si arrende "scrivendo" della tentazione e del desiderio di possedere il frutto del piacere, come me, che nel 2005, cedo alle lusinghe di un editore teramano al quale consegno 35 poesie, lui stesso, intitolerà la raccolta di versi "Il sapore dell’estasi". Per strani motivi "Il sapore dell’estasi" non verrà stampato a Teramo. In provincia la percezione umana si fida di una logica solida, di prove che la strutturino e di uno scontato rassicurante. Per fortuna esiste una strana forza che vuole difendere le opere della vita anche quando non sembrano essere meritevoli e il silenzio le travolge. E c’è un’altrettanta forza nel potere della comunicazione a cui, una forma, o un verso imperfetto non fanno difetto. "Il sapore dell’estasi" nasce in Sicilia come se alcuni eventi, non volessero dipendere dalle formule, e una piccola poesia di una fanciulla che dialoga con la "Mezzaluna fertile", in un paese sperduto, possa vincere, attraverso una visione romanzata dal cuore. "Il sapore dell’estasi" prima edizione, registra il tutto esaurito in termini di copie vendute. Nella fase del poi, si cerca un perché, si ha bisogno dello scopo, del "disegno". Si inizia ad illuminare le parti crepuscolari della psiche, in cui risiedono le doppie facce della personalità. Si cerca di capire quanto l’autrice sia camuffata nei suoi versi, e quanto di autobiografico nascondano. E piccole comunità celebrano il luogo comune! Io stessa, credo che nell’anima del poeta passeggi uno strano personaggio, una curiosa figura che somiglia alla sua ombra. Il lato numero due della personalità se vogliamo citare Jung, o il Daimon di Socrate e così il poeta "sente", "avverte", "si chiede" e "non sa". Il poeta ha percezioni amplificate. Può essere tutti o nessuno. Specialmente quando il giorno è finito e la luce fugge nell’incavo della grande montagna. Si assenta al crepuscolo nel momento in cui realizza che ha dato, avuto, capito. Ci sono dolori che restano ignoti al mondo, uno fra questi è il dolore del poeta, quel rovello avvilente, compulsivo che nasce dalla spinta a comporre. Nel 2006, dopo aver partecipato alla fiera dei libri antichi a Bologna, decido di ristampare "Il sapore dell’estasi" in edizione aggiornata, verrà presentato all’Auditorium S’ Carlo il 23 giugno 2006. In ogni esperienza tendo a rivolgere le mie speranze al lettore sveglio, a chi, comprenda all’istante che sotto l’antico tema dell’amore, c’è altro. Una donna che si evolve in un’era che -rilegittima- il suo essere un tempo considerato inferiore. Una donna che lavora, tenace, inquieta, protesa a conquistare una serenità esistenziale che sembra sfuggirle nel momento in cui l’afferra. Una donna innamorata e che per amore riconosce bisogni ed errori. I miei versi spezzati sono vigorosi e laceranti allo stesso tempo e come struggenti note nere, arrivano a vibrare dentro gli sfaccettati abissi dell’anima. Descrivo l’amore con la stessa ardente forza di Saffo e di Alceo ma nelle fugaci liriche, appaiono, come nelle istantanee, le donne del nostro tempo. Donne che parlano, sperano, celano, si confessano. Donne che lasciano trapelare il dolore di un amore non condiviso e lottano contro le avversità del destino, cercano di anticiparlo, donne abbarbicate come ostriche allo scoglio al concetto di "anime gemelle" quando l’amore si veste di clandestinità, e si stringono ancora di più quando condividono un segreto. Sempre nel 2006, partecipo al concorso organizzato dai Missionari dei Sacri Cuori a Napoli e realizzo i versi di copertina dell’antologia poetica, mi classifico a numerosi concorsi nazionali ed internazionali tra i quali, il Concorso Nazionale in metrica Dante Alighieri a Padova mentre contemporaneamente mi occupo della terza raccolta di versi dal titolo "Lacca di garanza" che celebra il risveglio dei sensi in uno dei cinque: la vista."Lacca di garanza" è stato pubblicato a Roma (Giugno 2007) dalla casa editrice "Il filo" dopo un’accurata selezione di autori emergenti e verrà presentato a Roma e a Teramo (sempre all’Auditorium S’ Carlo). La casa editrice romana che ha come Presidente Onorario la poetessa milanese Alda Merini, miscela stili e proposte originali ed è riuscita a conquistare, nonostante la crisi del mercato editoriale italiano, importanti consensi. Nel testo è presente una dedica della giornalista Monica Maggi, giornalista per Il Messaggero, L’Espresso, Grazia e per altre riviste nazionali. La scrittrice è anche docente universitaria alla Facoltà di Scienze Politiche, Roma Tre.
La mia bibliografia comprende 3 libri di versi e 16 antologie poetiche. Tutti i testi sono stati depositati alla Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico, in Via Delfico a Teramo. In un’autobiografia si può leggere come la vita agisce in maniera anomala rispetto alle credenze e noi diventiamo: "ciò che non potrebbe essere altrimenti".
Vivo a Teramo. Continuo a diffondere le mie poesie per tutta la penisola italiana (non escludendo l’estero) e ad agire secondo la mia volontà, senza ascoltare consigli saggi e illuminati e continuando a rischiare per ciò in cui credo.

Carina Spurio

mercoledì 4 luglio 2007

Carina Spurio: Lacca di garanza, 2007 il filo s.r.l Roma


Lacca di garanza è un viaggio nel colore, nella pittura, nell'arte come sentire comune. L'autrice, Carina Spurio, di fronte alle immagini che hanno generato questi versi (dalle note che accompagnano la pubblicazione si evince, difatti, che vari componimenti della silloge nascono in relazione a opere pittoriche), vive una sorta di catarsi poetica, un'immedesimazione talmente forte da indurla a dar vita a nuove immagini, nuove proiezioni capaci di restituire al lettore il vigore, l'emozione del suo coinvolgimento che va ben oltre la vista, perché investe tutti i sensi. E' per questo che nella sua poesia si respira l'odore del laboratorio (l'odore dei solventi, dei colori, del legno, della colla), si sente il "rumore" della creazione (colpi, strappi, fruscii), e prendono corpo scenari in movimento, immagini colte nel loro divenire forma compiuta, riconoscibile. Lacca di garanza non è solo il titolo di questa silloge, ma anche quello di un componimento che forse, più di ogni altro, sintetizza questo sentire, questo sapere trasformare l'immagine in emozione condivisa, il gesto in incontro.
(dalla prefazione)
Recensione di Beniamino Biondi, Critico Letterario
Dedica di Monica Maggi, Giornalista

mercoledì 6 giugno 2007

Antologia- I Nuovi Poeti Italiani

Padova, 5 giugno 2007

Poesia classica, premiati gli studenti
(M,P,C,) "Grazie a Dio si può tornare indietro; anzi si deve tornare indietro, anche se occorre un coraggio che chi va avanti non conosce", Rifacendosi alle parole di Pasolini, il poeta e scrittore'Tino Minetto, autore della prefazione all'antologia "I nuovi poeti italiani" raccoglie le opere migliori della seconda edizione del premio nazionale "Dante Alighieri" di poesia classica italiana "Cento poesie e una lyra" - ha parlato di una sfida, di un andare contro corrente di studenti-poeti che hanno dimostrato coraggio e bravura.Alla cerimonia di premiazione dei vincitori del' concorso, patrocinato da Comune, Provincia e Comitato patavino della Società "Dante Alighieri", sono intervenuti, a Palazzo Moroni, l'assessore alle Politiche culturali Monica Balbinot, il funzionario del settore cultura della Provincia Enzo Cappellaro, il consigliere regionale Flavio Frasson, la presidente della "Dante" Luisa Scimemi. «Aver acceso i riflettori sulla poesia classica è merito - ha osservato quest'ultima - dell'editore Vincenzo Grasso, che ha 'dimostrato di credere nei giovani e nella poesia che, se risponde a regole di comunicazione, arriva al cuore di ciascuno e ha una valenza educativa».La giuria, presieduta dalla stessa Scimemi e composta dal dottor Valerio Grasso, la professoressa Maria Ammaturo, i poeti Tino Minetto e Giorgio Boscariol, ha assegnato il primo premio (300 euro) a Francesca Ingold del liceo scientifico-classico di Montevarchi
(Ar), il secondo (200 euro) ad Allegra DiSomma del liceo classico "Plinio Seniore" di Castellamare di Stabia, il terzo pari merito (100 euro ciascuno) a Matteo Santamaria del liceo ginnasio "V. Lanza' di Foggia, Davide Arminio del liceo scientifico "Galilei" di Cirié (To) e Davide Veronese, studente alla facoltà di Scienze storiche dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Ai giovani poeti inseriti nell'antologia è andato un attestato di merito, mentre le opere dei primi classificati sono state lette con il consueto pathos dall' attore-regista Filippo Crispo. Soddisfatto l'editore dell'antologia perchè i contenuti "rivelano chiaramente come le nuove generazioni sentano lo ,stimolo di rimeditare i grandi poeti del passato per dar vita ad una poesia classica postmoderna, capace di conservare rinnovando e di rinnovare conservando il nobile patrimonio letterario della nostra cultura".
IL GAZZETTINO -iJRaldOV2L ' REDAZIONE: Via Squarcione, 5 Tel. (049) 8756011 ra, - Fax (049) 657732 E-mail:
padova@gazzettino.il
Capocronista:ALBERTO BEGGIOLlN
Vice capocronista:Marina Z!Jccon
Prefazione:Rinnovare conservando (di Tino Minetto)
In nuovi poeti italiani: Nadia Angelini, Davide Arminio,Piergiorgio Boscariol,Concetta Campanella,Susanna De Mattia, Pasquale Di Fronzo, Allegra Somma, Fancesca Ingold, Rita Margiotta, Andrea Pastura, Bortolo Pierantoni, Elisa Ramazzina, Matteo Santamaria, Giancarlo Scarlassara, Carina Spurio, Cristian Terrin, Davide Veronese.

sabato 26 maggio 2007

L'arte dalla voce divina di Rita Ragni

di Carina Spurio.

Goethe, il più grande poeta tedesco, così affermò: "Natura e arte sembrano fuggirsi, e si ritrovano prima che s'immagini. Il bello è una manifestazione di arcane leggi della natura, che senza l'apparizione di esso ci sarebbero rimaste eternamente celate." L'artista non parla di sé ma per noi, attraverso un mondo atemporale fatto di forme, colori e simboli. Racconta la propria essenza attraverso l'arte, sovvertendo le regole, cambiando i supporti, usando "altre" forme, fino a lasciare esplodere le immagini in una via d'uscita tutta personale, rendendo visibile il bello e la propria creazione. Tra gli artisti, a Secondigliano, incontro Rita Ragni, all' VIIIa Edizione del Premio di Poesia "Beato Gaetano Errico" mentre decora il suo spazio dedicato "all'Arte e Preghiera" con pazienza e dedizione. L'intrigo che rappresenterà lo spazio, dall'apparenza ignoto, seduce già dall'iniziale gioco di costruzione, l'atto, contiene qualcosa di misterioso fino alla realizzazione finale nell' unione di reperti che delineano la figura. Rita Ragni, pittrice, ceramista e fine ricercatrice di contrasti di colore è un’ artista dalla fantasia incredibile. Non si può restare indifferenti di fronte alla sua "creazione" mentre ri-unisce oggetti di semplice natura dal "caos apparente" e arriva -all'ordine composto ed alla ragionevolezza espressiva- a formare il simbolo dalle profonde radici nel cuore dell'uomo. La sequenza di "piccoli frammenti" di vasta gamma cromatica accostati con garbo è suggestiva, a tratti enigmatica, la cui spiegazione si trova nel profondo della coscienza dell'artista che comunica il silenzio divino attraverso una personalissima disposizione degli stessi. Candido, l'allestimento caratterizzato da: vetro, pietra, marmo, legno di oggetti posti in ordinata distanza tra loro e che già rappresentano tutte le possibilità di figure e di pensiero. Ogni oggetto, dal più piccolo al più grande, esprime la sua forza, il suo temperamento e la sua immagine interiore della fede. "Forme di natura" assemblate in modo ardito concludono una forma di Croce in cui è racchiusa tutta l'anima dell'artista che in questo caso, non si limita a comunicare il punto di vista spirituale, ma trasmette lo spirito già maturato. Rita Ragni comunica un processo spirituale di ascesa verso l'alto, verso la bellezza della preghiera, unendo, oggetti che rendono completa l'intenzione decorativa nella composizione finale di una forma sacra in cui la fantasia si intreccia con la natura nel segno della Croce. L'originalità dell'arte di Rita Ragni, consiste, nell'aver superato lo schema artigianale arrivando a comporre una forma di sagace strategia in cui il risultato visivo è imbevuto di grande significato. Un esperimento creativo e una miriade di oggetti formano "la Croce ", simbolo di rilievo preponderante nell’iconografia del Cristianesimo. L 'incisione del sacro segno si trova nelle catacombe, fino alle più altre raffigurazioni della crocifissione di Gesù nell'arte sacra delle opere pregiate di tutti i secoli e dischiude un universo di riflessioni e interrogativi. Arte e saggezza. Arte e conforto dell'anima nell’incrocio di assi che richiamano la comunicazione tra terra e cielo nella sua verticalità e Gesù che abbraccia il mondo nel suo senso orizzontale. L'abbraccio del figlio di Dio all'umanità, segno di Redenzione di cui si è fatto strumento, facendosi uomo. Ma in che modo Rita Ragni si proietta al futuro? E’ reduce dalla IVa rassegna "L'arte è Preghiera" dedicata a San Benedetto: Ora et Labora,mostra d'arte che ha avuto il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Vico Equense (Na) dal 7 al 20 Agosto 2006, rassegna presentata con successo in diverse città italiane. L'iniziativa, ideata e organizzata dalla stessa Rita Ragni, ha raccolto in una collettiva le opere di 20 autori, gli artisti si sono espressi in varie forme linguistiche, amalgamando linee e decorando i cromatismi, giocando con le figure dal significato astratto e simbolico. Ha fondato il "Gruppo 3", un progetto creativo formato da Sebastiano Iardino e Davide Maria del Vaglio. Il "Gruppo 3" nasce dall'esigenza di un confronto, dalla stima e dall'affetto che intercorrono tra gli stessi partecipanti. La meta del gruppo è "crescere insieme", convergere in un unico punto attraverso l'opera creativa. <<>> spiega Sebastiano Iardino, mentre la collaborazione di Davide del Vaglio si limiterà a quella di supporto nella definizione dei concetti guida della composizione. Si vive insieme per condividere, per stare meglio, ancor di più, se ogni singolo individuo riuscirà a far star bene "l'altro". L'Arte creativa è un modo per comunicare la nostra essenza racchiusa in un altro punto si vista : conclude splendidamente Rita Ragni.