giovedì 11 dicembre 2008

Manuela Cappucci


Circolo virtuoso Il nome della Rosa
Giulianova Alta, Via Gramsci 46/a

Info Line 338/9727534

Venerdì 12 ORE 21,30
MANUELA CAPPUCCI
Mostra
A cura di PinoD’IGNAZIO

READING DI POESIE
A cura di SimoneCICCOLONE

Per Manuela Cappucci, classe 1971, l’arte é astrazione da ogni riferimento reale. Così potrei iniziare e chiudere la presentazione se in mezzo non ci fossero tanti elementi ad identificarne il percorso sia artistico che personale. Possiamo dire che il suo approccio all’arte riconduce a quella corrente post guerra (anni 50) definita "arte informale". Con il rifiuto di un atteggiamento costruttivo della forma rappresentativa l'essere e il fare dell'artista prendono il sopravvento sugli esiti materiali del suo lavoro e il prodotto artistico è sempre più una risultante che la meta del fare. Non è a caso che Manuela sia riconducibile a questa corrente: gli studi letterari con una tesi su Paul Klee e l' interesse per le filosofie orientali hanno spostato la sua attenzione sul processo creativo più che sul prodotto. Il colore (olii, acrilici, smalti) e la materia (sabbia ed altro) si integrano nel gesto di pennello e spatola che, agendo su superfici varie, li mischia e li dispone in un gioco compositivo astratto e definito. Questa apparente composizione, in alcuni tratti della sua ricerca, può ricondurre a scelte tipiche dell'astrattismo, tuttavia il suo stile non cerca mai veramente di compiere una ricerca strutturale ma anzi di liberarsene per dare libero sfogo all'atto che non cerca ma segna, che incide istintivamente. Ecco quindi che il quadro si chiude, in tutti i sensi: sia fisicamente che concettualmente, in una ricerca tesa a trascendere le strutture del conosciuto. Un’ultima osservazione su alcuni elementi formali delle opere che richiamano, per certi aspetti, quella tecnologia che ci ha introdotto a nuove forme e possibilità comunicative nell’ambito dell’arte contemporanea. Mentre una volta solo il segno aveva forza descrittiva, oggi i pixel dominano lo spazio deframmentando ogni minima composizione in altrettanti schemi costruttivi. Anche nei quadri di Manuela possiamo rintracciare questa sorta di scomposizione in frammenti che generano il tutto, un insieme di ri-quadri che coerentemente si intersecano per avallare il pensiero del gesto che segna. Le opere di Manuela esprimono strappi di pensiero sottratti alla mente senza ratio e lo spazio rappresentato si riformula in un immenso possibile, un profondo immenso metafisico.

Pino D'Ignazio
irash59@gmail.com 346 8492791

giovedì 4 dicembre 2008

Teramo. Asteria Casadio




giovedì 04 dicembre 2008
PASSANTI - LIBRO D'ESORDIO DI ASTERIA CASADIO




Asteria Casadio
Una costellazione di racconti...

di Carina Spurio
"Rosso. Rosso sangue, rosso prima serata, rosso splendida. “Tutte quelle della tv in discoteca che portano?” si era detta. “Il glitter” si era risposta. Ma Il glitter non le era sembrato appropriato in quella occasione e allora si era ricordata di tutti quegli articoli rosa dei giornali rosa che consigliavano di abbandonare il rosa pomeriggio per un rosso notte:”Osate, donne della nuova generazione!” trendy, in, sexy e quant’altro fosse rigorosamente inglese. E Bocciolodirosa voleva osare quella sera. Passò il rossetto così come aveva visto fare in programma di moda, esagerando in contorni e ingrandendo le labbra. Tutto perfetto. Tutto pronto. Loro erano lì, i protagonisti della serata, pronti per creare un cocktail micidiale.” Da Passanti, AndreaOppureEditore - Roma 2006.
(in foto Asteria Casadio)

Passanti è il titolo del libro che segna l’esordio di Asteria Casadio composto di sedici racconti condensati e leggeri. Hanno come protagonisti sedici passanti anonimi che camminano sulla strada. Si leggono tutti d’un fiato. Concentrano una scena e una vicenda mentre l’arte di narrare tutto in poche righe si trasforma in forza. Il tratto cruciale delle storie di Asteria Casadio è la brevità della narrazione e il lettore viene a sapere all’istante tutto ciò che c’è da sapere da chi sa immaginare e descrivere l’esistenza partendo dalle vicende delle persone comuni e nello spazio e nel tempo, scandisce le sequenze del tragico quotidiano immerso nei processi evolutivi. Su un foglio di vetro restano i malesseri di coloro che non hanno più la speranza e l’amaro sapore dell’assenza si perde e si ritrova in una testimonianza d’amore nell’ultima storia “senza eventi sconvolgenti o particolari, perché il suo protagonista è l’Evento stesso, che appare un giorno e cambia la vita di chi riesce a percepirlo: non è, infatti, possibile a tutti.”Asteria Casadio trova il suo centro nel dettaglio del vasto mondo in un tempo in cui la volontà di cancellazione della memoria del passato si espande, racconta per non dimenticare, racchiude la realtà dentro piccole bolle di sapone tra un gesto, un ricordo, un silenzio, una fuga e tanti modi di vivere la vita. Dopo la raccolta di racconti Passanti, Asteria Casadio torna con un nuovo libro: Assenze. Alfredo Guida Editore.Napoli.2008. “Scrissi alla Guida, senza sperarci troppo dopo essere stata inserita nella terna finalista della XL edizione del Premio Teramo – sezione Mario Pomilio - senza però ottenere l’ambito primo posto! Scrissi per delusione e per avere ancora qualcosa da attendere. Grazie alla Casa Editrice sono stata inserita nel progetto dell’Associazione Alfredo Guida Amici del libro ONLUS “Leggiamoci fuori scuola” che gode dell’alto patronato del Presidente della Repubblica cui hanno partecipato autori del calibro di Manfredi , De Silva e il popolare Moccia.” Segno che un percorso stabilito è come quello di un albero. Cresce. Ascende. Si protende verso il cielo. Asteria Casadio sceglie la strada che conduce l’uomo alla sua soggettiva verità. Ancora una volta descrive un divenire complicato che mette continuamente alla prova, lasciando il vuoto di parole non dette, dei gesti rimasti in sospeso mentre tutto da qualche parte può cambiare e forse, domani, qualcosa si potrà costruire. Forse. L’ambientazione realistica conduce a quella parte di noi in cui si trovano le ombre e gli spettri, che al di là del banale quotidiano, sembrano figure magiche. E nel realismo emozionale che il dettaglio illumina, le risposte sono spesso davanti agli occhi, semplici, chiare, chiuse in un determinato attimo, cristallizzate in un istante rivelatore all’interno di una costellazione di racconti: “Sedute al gran caffè, i loro pensieri sarebbero potuti diventare caldi e morbidi se solo Anna non avesse letto tanta tristezza negli occhi della sua interlocutrice. Sopra, il cielo si era rannuvolato come nelle migliori occasioni in cui aspetti aiuto da qualcuno che invece ti affonda. Dietro un caffè e una brioche, la maestra le raccontò la sua vita, il prepensionamento, il silenzio della casa e la routine delle faccende, l’allontanamento del figlio e la malattia che l’aveva presa per questo.” da Assenze. Alfredo Guida Editore.Napoli.2008.Ricordare, per quanto possa essere scomodo o doloroso, è essenziale, liberatorio, seppur nel dolore dell’assenza che queste storie denunciano nella loro diversità. E tuttavia i racconti intrisi di quotidiano, narrati con raffinata capacità introspettiva alla scoperta del viaggio interiore, scandiscono il mutamento del tempo attraverso la scrittura che in questo caso non è fine a se stessa ma è un mezzo per dare vita alla voce interiore. Asteria Casadio arriva là dove l’energia allo stato puro è viva, porta l’intuizione alla coscienza, la cattura, la trattiene sulla carta, in tempo per darle la parola. Lei stessa afferma: “Si scrive perché si legge, tanto. A casa si è sempre discusso di libri ma non credo che sarei diventata l’appassionata che sono ora se non avessi incontrato una persona che una mattina mi ha letto uno stralcio del Giulio Cesare di Shakespeare. Ho iniziato da lì per passare alle Biografie di Plutarco e solo più tardi alla narrativa: quello però che ho sempre cercato, e che cerco tuttora, nella lettura come nella scrittura, è il vero. Chi legge deve credere e se possibile identificarsi, e se è vero che tutte le cose belle sono inutili, i libri possono comunque far pensare, anzi devono. Questo è il mio impegno, cui ho cercato di adempiere con la mia prima raccolta di racconti (brevi perché purtroppo non amo le cose a lungo termine).”Asteria Casadio cerca il vero anche sulle scene che calca con la Compagnia teatrale “Gli Sbandati” di cui è regista. Lo cerca nei drammi dell’antichità classica riletti secondo i canoni del teatro verista. “Anche il percorso con la Compagnia, ora in scena in vari teatri italiani, è stato ed è lungo: odio infatti la faciloneria e l’improvvisazione, che non devono sporcare la creatività. A tale proposito ultimo progetto andato in porto (recentissimo, settembre) la fondazione, insieme ad un altro attore de Gli Sbandati, della Casa Editrice Evoè di cui sono editor e che non è stata creata per me, come si potrebbe pensare: ho un contratto di preclusione di otto anni con la Guida. La Evoè è stata creata per un’ulteriore possibilità di espressione in un periodo in cui l’ignoranza sembra essere più facile da gestire. La possibilità di creare, scegliere e discernere credo sia qualcosa per cui alzarsi felici ogni mattina.
”Asteria Casadio è nata il 9 marzo 1986 a Teramo, ove risiede. Laureata in Lettere (indirizzo classico) con lode presso l'Università D'Annunzio di Chieti, è specializzata in Filologia e letterature del mondo antico presso la stessa Università. Ha partecipato a diversi concorsi letterari, risultando quinta classificata nel premio Prospektiva-Les Nouvelles (2002) e prima (2003) e terza (2004) al premio Sever d'oro dell'Accademia Severiade di Milano. Per la saggistica filosofica ha vinto il premio Vincenzo Filippone­ Thaulero (2003), con il saggio La società e la cultura occidentali tra crisi d'identità e il valore universale della Persona, di cui un sunto pubblicato in Prima Giornata di Studio Vincenzo Filippone-Thaulero: Sociologia Filosofia Poesia, Atti del Convegno, 20 maggio 203 - Roseto degli Abruzzi, a cura della Società Filosofica Italiana - Sezione di Teramo e del Centro Studi Vincenzo Filippone-Thaulero, Teramo 2004. Ha pubblicato nel 2006 il suo primo libro di narrativa, Passanti. È stata inserita nella terna finalista del 40° Premio Teramo - Sezione Mario Pomilio - con il racconto La porta pubblicato su I racconti XL Premio Teramo 2006-2007, Teramo, novembre 2007. E’ stata finalista al premio nazionale Albero Andronico 2007 e semifinalista al premio Penna d’utore 2007. Collabora con la rivista Pomezia Notizie, su cui pubblica racconti e saggi. È regista della compagnia "Gli Sbandati", che è in cartellone in diversi teatri italiani, dove porta in scena prevalentemente drammi dell'antichità classica E’ editor della Casa Editrice Evoé di Teramo.