martedì 18 marzo 2008

buono e bello Marzo 2008

tracciati di cultura, tradizione e società
buono e bello
n._04 Marzo 2008

Emozioni in Jazz
Glauco di Sabatino racconta la passione per la batteria e l’amore per un genere musicale che torna in auge

di Carina Spurio

La musica trasmette messaggi più o meno complessi, diverse emozioni. Da sempre ha accompagnato sentimenti, ideali e speranze di intere generazioni. In ogni suono non si cerca solo un momento di svago, ma un modo di essere e in tal senso generi musicali diversi hanno inciso con le loro caratteristiche in molti aspetti della cultura del nostro tempo. Oggi dire Jazz vuol dire evidenziare un reale intreccio di combinazioni di diverse civiltà, dalle quali si sono sviluppate nuove forme di espressività musicali destinate a cambiare la storia della musica. Il Jazz è una musica dalle caratteristiche originali, ha raccolto sempre molti consensi anche su territorio di provincia, ce lo confermano con una esibizione live i tre cultori della musica di grande talento e di grande forza comunicativa che compongono il “Mark Trio” che di recente ha accompagnato le serate in noti club abruzzesi. Il trio suona insieme da due anni e ha saputo fondere sonorità pop con la musica jazz attraverso uno stile assolutamente personale. È composto da Glauco Di Sabatino (batteria), Cristiano Vetuschi (chitarra) e Anchise Vetuschi (basso).
Ed è proprio il batterista del Mark Trio, Glauco Di Sabatino, il nostro speciale interlocutore. Figlio d’arte (papà Vincenzo è un pianista e suo fratello Paolo è pianista internazionale e docente alla cattedra “Jazz” al Conservatorio di Perugia), anche Glauco ha studiato pianoforte per poi “convertirsi” alle percussioni.

Come nasce la tua passione per la batteria?
La passione per la batteria arriva per gioco. Inizio da autodidatta. Dopo la gavetta con alcuni gruppi locali in giro per l’Abruzzo, arriva la mia prima esperienza importante di tutto rispetto con Goran Kuzminac, cantautore e chitarrista italiano, di origine serba, famoso per aver sviluppato un’ affascinante tecnica con la chitarra di finger-picking.

In che modo hai conosciuto Goran Kuzminac?
Lo conosco per caso tramite un impresario comune, Nino Di Berardino. Goran, cercava una band e dal nostro incontro è nata l’idea di collaborazione (che dura tutt’ora); ho registrato con lui il suo ultimo disco, prossimamente avremo una collaborazione in studio.

Insegni? Che tipo di didattica segui?
Sono docente di batteria in tre scuole: una marchigiana, il “TAM” di Fermo, all’ “Accademia dello Spettacolo” di Alba Adriatica e in una scuola aperta quest’anno che si chiama “Musica Hdemia”, di Roseto degli Abruzzi. I miei insegnamenti partono dagli studi di base che riguardano la conoscenza delle note classiche fino all’impostazione corretta dello strumento. Provengo dal genere rock, ma ho conosciuto altri mondi e generi musicali grazie anche alla collaborazione con mio fratello Paolo Di Sabatino, il quale, ha avuto molto successo dopo aver collaborato con Antonella Ruggiero che lo ha portato a Sanremo.

Chi sono i batteristi a cui ti ispiri?
Coloro che mi hanno ispirato sono; Steward Copeland (batterista dei Police) e Jeff Porcaro, (batterista statunitense dei Toto). Per quanto riguarda gli insegnamenti di vita, Christian Meyer, (batterista del gruppo Elio e le Storie Tese). Con Meyer sono cresciuto vedendolo lavorare e attingendo alla sua professionalità e alla sua dedizione a questo lavoro.

Hai suonato con artisti famosi a livello internazionale: quali, tra questi, ti ha lasciato il segno?
Senza dubbio Antonella Ruggiero (voce indimenticabile dei Matia Bazar). Dal punto di vista professionale la Ruggiero è stata una conoscenza gratificante. La ritengo un’artista con la “A” maiuscola e di grande caratura. Attualmente sostituisco un suo musicista e la seguo nei suoi concerti. Suonare per Antonella Ruggiero è l’esperienza più intensa che abbia mai fatto.


Progetti futuri?
In febbraio sono iniziate le prove a Piacenza per una tournée estiva con shining stars che è un tributo nazionale agli Heart Wind and Fire. Insieme con mio fratello Paolo sto registrando un disco di musiche di Gardel con la partecipazione di Michele Placido, Caterina Vertova e Paola Turci. In marzo inizierà la nostra tournée. Suoneremo nei migliori Jazz Club italiani con i “Sinthesis Trio” di Paolo Di Sabatino.

sabato 15 marzo 2008

Marino Melarangelo di Carina Spurio

Marino Melarangelo, l'enigma metafisico e la "Notte Bianca" a Teramo.
di Carina Spurio
Terzo appuntamento con la "Notte Bianca" a Teramo, un evento carico di vitalità, entusiasmo, partecipazione. All'interno dei Giardini della Provincia, alle ore 16,00 sarà possibile ammirare l'Esposizione d'Arte "Flux" e le opere di Marino Melarangelo, che insieme ad altri artisti teramani (Tra i quali Sergio Florà) si confronterà con varie tecniche artistiche e singole opere. Discendenza di tutto rispetto per l'artista teramano; nonno Giovanni Melarangelo, papà Sandro Melarangelo, entrambi pittori famosi, e il cammino del figlio dell'arte Marino Melarangelo trova naturale ispirazione nel misterioso ed enigmatico Giorgio De Chirico, protagonista della pittura metafisica del '900. Come in De Chirico, anche nell'arte di Marino Melarangelo prevalgono enigmi di figure umane, simulacri di uomini, Muse inquietanti. Dal 2000 ad oggi, nel percorso artistico di Marino Melarangelo, sembra persistere una coerenza tecnica legata al pastello su carta ed alla grafica, a discapito del colore ad olio che in passato gli ha permesso di dipingere grandi dimensioni. Nel futuro dell'artista teramano, ci saranno collaborazioni ed esposizioni nell'ambito della città di Teramo con L'Associazione Culturale Ipernova. In Abruzzo, prossimamente, parteciperà al "Premio Sulmona". Il potere di aggregazione della "Notte Bianca" è un potente riflettore atto ad illuminare ogni singolo artista, conduttore, partecipante, che nella luce trova libera espressione del suo genere personale, e dal confronto, nasce un motivo di crescita.
La Cronaca d'Abruzzo.

sabato 8 marzo 2008

Maurizio Di Biagio. Il cittadino. 2005

Carina, la poesia.

In Carina Spurio anche l'amor - "che move il sole e le altre stelle" - Fa rima con cuor. Garcia Lorca nella mente e nell'anima, e umori, e braccia, e colli sfiorati, per mondi sensibili e dannatamente terrestri, viscerali. In poche parole "Syn e aisthànestai", per la poetessa "insieme e percepire", associazioni vaganti all'interno di un'unica immagine, completa di sostantivi e aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno origine a un'immagine vividamente inedita. In Carina Spurio l'amore è di quelli vissuti in un auto, in un crocicchio, in una strada, rubando sensazioni di completezza forse ad un Gran Sasso, oppure a quella benedetta luna di zinco che appare qua e là nelle sue poesie...rapide e fluide come un corso di un ruscello nel boschetto di felci. Ne "Il sapore dell'estasi", una raccolta di 35 liriche composte da "versi istintivi", regna sovrana , come sostiene Carina Spurio, appunto "la sinestesia"....l'intento era quello di descrivere emozioni, attimi di vita, colori, sapori, mentre perdevo la mia naturale dimensione e vedevo non più solo con la mente ma anche con il cuore". Cuor ed amore. La storia iniziò con gli appunti di gioventù e del recente passato stesi ovunque lei posasse i suoi occhi grandi e dolcemente inquisitori: "La penna non ricordo giorno in cui non l'ho avuta tra le dita tra fogli sparsi dappertutto, e mentre lasciavo appunti di attimi" conferma Carina. Istantanee di cuor e amore. Ancora. Di " mano, capelli,nuca, piacere ed impulso, come nella lirica "E Se": "Dove il piacere si fa più intenso/l'impulso/origine del mondo/avrebbe un senso"...dopo un percorso sconosciuto di mani. Oppure nella mistica ed irrazionale "Doctor", in cui la Spurio, indica a suo modo, la strada da percorrere: "Il corpo non è senz'anima/se non lo ascolti/ resta il silenzio". Alla faccia di Voltaire e del secolo dei lumi. L'"Urlo nero della madre" di Quasimodo, in uno stilema tipico dell'area ermetica della poesia italiana del Novecento, fa pendant coi versi della poetessa teramana, versi anche un pò dal vago sapore simbolista. Si sovrappongono quasi. Poi ancora lacrime, palmi di mano, erotismo, fusioni, respiri, battiti, piacere, calore, e "bacio avido" dappertutto per "cuor e amor" perfetto, raggiungibile, a portata di mano, nonostante al continua corsa di Spurio alla ricerca del perfettibile. La "Madeline" dell'artista è inzuppata di ricordi vicini e lontani, frammisti ma sempre ordinati nella concezione spazio-temporale delle cose. Il suo onirismo appare dannatamente minimalista, in un realismo che però non trascende dal meccanicismo dei gesti rituali dell'amore, delle carezze, dei baci languidi, e quindi dalla grandezza.......dell'amore. "Gli uomini e le donne cambiano, in atteggiamenti e schemi, ma i meccanismi dell'attrazione e del coinvolgimento erotico restano immutati" così respira il suo amore...e cuor. "Natura, cosmo, passione, gelosia, abbandono, egoismo, avidità(ancora, accanto all'impulsiva descrizione dei sentimenti che appartengono al vivere e a quel pugno di minuti che ci hanno fatto amare, sognare, allontanare, lasciare l'amore. Questo un pò "Il sapore dell'estasi" il suo pamphlet di liriche, di 51 pagine, edito Kimerik Edizioni, e la costellazione della Lyra per la copertina, per una reale sognatrice di tutti i giorni che ha il coraggio ancora oggi di cantare l'immortale "cuor e amor" senza mai divenire scontata.