Hanno detto di lei:
In Carina Spurio anche l'amor - "che move il sole e le altre stelle" - Fa rima con cuor. Garcia Lorca nella mente e nell'anima, e umori, e braccia, e colli sfiorati, per mondi sensibili e dannatamente terrestri, viscerali. In poche parole "Syn e aisthànestai", per la poetessa "insieme e percepire", associazioni vaganti all'interno di un'unica immagine, completa di sostantivi e aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno origine a un'immagine vividamente inedita.
Maurizio Di Biagio (Giornalista), 2005.
“Il grande regista svedese Ingmar Bergman, in riferimento ad un suo noto film, scrisse di rappresentarsi l’anima di una donna ornata di rosso. Così, fatalmente: un occhieggiare sanguigno come la lava, come un dolore, una essenza di erotismo furioso e debordante. E dolore.”
“Queste liriche di Carina divengono espressione d’orgoglio e di paura, tempo di affrancamento e di polemica: è il libro di una donna che è donna anche quando tace, quando si raffrena all’impulso del corpo o si libra all’agonia di una sembianza primitiva che ambisce la donna come madre piuttosto che amante: e qui si spoglia la nevrosi del testo, la violenza feroce che è di ogni poesia. Si alternano candore e nichilismo, mestizia e fanciullezza…...”
Beniamino Biondi.(Critico Letterario) 2005.
“Come il tempo usa la terra per fare i suoi esperimenti, così Carina ci regala un affresco della propria natura, abbracciando il suo Essere contingente, la sua finitudine, per andare alla ricerca di se stessa, tuffandosi nel proprio Io, scavando fino alle radici più profonde dei propri desideri, delle proprie paure.Così il suo immaginario viene plasmato nello e dallo spazio creativo, per fluire nello spazio creato, fondendosi con un profondo senso di spiritualità saldamente nascosto dietro ogni lirica. “
Silvia Mazzetta. ( Dott. Scienze della Comunicazione) 2006.
“Il riscontro è clamoroso. La raccolta, presentata al cospetto del Sindaco di Teramo Gianni Chiodi e dell’Assessore alla Cultura, Mauro Di Dalmazio, in occasione della fortunata 1a edizione de La Villa Suite, ottiene un notevole successo in termini di copie vendute. Il bocciolo si è dunque dischiuso. Carina Spurio comprende che è giunto il tempo di mutare il timido sussurro in una consapevole voce declamante. Con la solita modestia che la contraddistingue nella vita comune, inizia a lavorare al progetto che segnerà una svolta nel suo cammino, fino a farle prendere coscienza che la scrittura, o meglio la trascrizione organizzata dei sensi, può assurgere al rango di missione esistenziale.” Marco De Federicis (Giornalista)2006.
“Quello che io riconosco all’autrice è il coraggio.
Il coraggio di essere diretta, il coraggio di scrivere, di parlare di quello con cui tutti noi ogni giorno ci confrontiamo, il coraggio di non imbellettare una realtà che troppo spesso avrebbe veramente bisogno di essere imbellettata. Trovo in Carina la capacità di sopportare il peso della sincerità, la capacità di sfuggire una rassicurante ipocrisia, il piacere di chiamare le cose con il proprio nome.”
Erika Marcelli 2006.
“Grazie per avere scelto di partecipare al Secondo Premio-Concorso Nazionale Dante Alighieri di poesia classica italiana e ancora grazie per avermi donato la gioia di leggere delle belle composizioni, che meritano di essere conosciute, divulgate e pubblicate.” Vincenzo Grasso Editore, Padova (2007).
“Lacca di garanza è un viaggio nel colore, nella pittura, nell'arte come sentire comune. L'autrice, Carina Spurio, di fronte alle immagini che hanno generato questi versi (dalle note che accompagnano la pubblicazione si evince, difatti, che vari componimenti della silloge nascono in relazione a opere pittoriche), vive una sorta di catarsi poetica, un'immedesimazione talmente forte da indurla a dar vita a nuove immagini, nuove proiezioni capaci di restituire al lettore vigore, l'emozione del suo coinvolgimento che va ben oltre la vista, perchè investe tutti i sensi.”
Marina Paola Sambusseti Il Filo s.r.l. Roma,2007
“Questa nuova plaquette di Carina Spurio, per la quale mi onoro di scrivere alcune sensazioni, ribadisce la sua natura femminile e bizzarra che ci attrae anche nei versi più incisivi della raccolta, in cui, la vena erotica non si disgiunge mai da un sentimento di fanciullesca e quasi puerile levità, un biancore assoluto che colma la psiche mesciuta e confusa con gli incentivi pulsionali che governano il corpo. In tal senso Eros include e trattiene un rapporto con il trascendente come occasione di rifugio emotivo e di sublimazione mistica di quell’esistenza umana che è sempre come lacrime e sangue.”
Beniamino Biondi (Critico Letterario)2007
“Eccola, di nuovo, la poesia.
È quel parlare all'altro, e non importa se ci sia risposta. Basta sentire il fiato caldo scorrere tra denti e lingua, e inondare l'universo, che non sa.
La poesia di Carina è una carezza al mondo, uno stupore che chiede spiegazioni, un attendere risposte e una certezza che non arriveranno mai.
Mi piace, quel candore di bambina che si affaccia su un mondo che non ha la consapevolezza del canto. Si canta, come fa Carina, per la gioia di sentire sciogliere le parole tra palato e gola, e non per ammaliare l'altro. Quando si è poeti, ci si ammalia da soli, con dolore e ogni volta rinnovata gioia.”
Monica Maggi. (Giornalista per IL MESSAGGERO, L'ESPRESSO, GRAZIA e per altre riviste nazionali. La scrittrice è anche docente universitaria alla Facoltà di Scienze Politiche, Roma Tre.) 2007
“Il sogno di Carina Spurio si è realizzato. A Nerito di Crognaleto, sabato 7 luglio 2007, nel cuore del Parco del Gran Sasso, si è svolta la prima edizione del premio di poesia “ diVerso in Verso ”, organizzato dalla poetessa teramana .Sì, perché questo evento, Carina Spurio lo ha sognato davvero! Lo ha sognato sotto le spoglie di un lupo bianco e docile che camminava sulla neve, circondato da farfalle. Il sogno si è trasformato così in un premio di poesie nel luogo di origine della poetessa: la montagna di Nerito. “
Tania Bonnici Castelli 2007
(Giornalista)
“Esili, delicate e ricche, le poesie di Carina Spurio scorrono in tocchi preziosi di immagini d’amore, di riflessioni tenui ambientate in un paesaggio rarefatto e sognante, dove il lirismo è il fine ultimo della contemplazione di un assoluto personale, spogliato di qualsiasi derivazione che possa risultare fuorviante. Il canto poetico infatti qui astrae da ogni cosa e si concentra unicamente sul punto di osservazione privilegiato delle proprie emozioni, così intime e così concrete, fissandole in spunti e scelte lessicali di grande e misurata armonia, di suggestione immediata.”
da Poeti e Novellieri contemporanei, 2007 Golden Press (Alessandro Mancuso)
“Carina Spurio, poetessa teramana che ha dato alla stampa Lacca di garanza, una bella raccolta di 48 poesie, ha cercato di preparare i suoi potenziali lettori, coinvolgendoli non solo in quella che è l'arte classica per antonomasia, la versificazione appunto, ma creando i presupposti per poterli condurre nella contaminazione artistica. Il dolce fruscio del pennello o lo scalpellare dell'attrezzo sul marmo, o ancora il lieto volteggiare di ballerina o delle note sul pentagramma, sono richiami che spesso le poesie non solo alludono, ma fanno sentire attraverso le porte dell'arte che sono continuamente aperte. Nei versi della poesia "Scultura" c'è tutto questo e se l'innalzamento dell'anima avviene attraverso la creazione plastica del manufatto che prende forma, le parole accarezzano il percorso. La scultura in pietra è "testimone dell'arte" e la poetessa dice: "cerco parole, che trasmettano la tua immagine al ricordo futuro". Diversi i passaggi interessanti di questa sìlloge, tutti che denotano la sensibilità dell'autrice.”
William Di Marco(giornalista) Eidos “DiarioRosetano” 2007
La prima impressione, infatti, che si ha delle poesie dell'autrice è che siano delle vere e proprie tele: infatti, leggendo la prefazione al libro, si scopre che esse sono quasi tutte nate in relazione a opere pittoriche di cui l’autrice ha preso visione. Molto spesso si incontrano nella lettura immagini e colori che si sfaldano in suono e vibrazione primigenia e così capita anche con la musicalità del verso che con la sua forza dipinge immagini delineate e bellissime. Il colore è spessissimo trattato puro, liquido, crudo, prima luce e prima onda: puro senso.
Federica Sgnaolin - f.sgnaolin@ghigliottina.it 2007